Crolli di palazzine fatiscenti, fughe di gas, via via fino alle recenti tragedie sismiche: l’elenco dei disastri che coinvolgono gli edifici, in Italia, è lungo e drammatico. I motivi sono tanti e vanno dalla vetustà del nostro patrimonio immobiliare (non solo e non sempre antico, spesso anzi solo vecchio) al dissesto idrogeologico, passando, purtroppo, per la mancanza di manutenzione e di attenzione. Edifici vecchi e mal tenuti che si installano spesso su aree ad alto rischio sismico: il mix è potenzialmente – e purtroppo non solo potenzialmente – distruttivo.
Per ovviare a queste gravi inefficienze il Governo ha messo in agenda, con il progetto Casa Italia, un corposo processo di ristrutturazione del patrimonio immobiliare italiano pubblico e privato, generalmente dotato di impianti arretrati quando non decisamente scadenti. E il problema è anche culturale: gli italiani vivono la manutenzione e l’adeguamento di impianti e strutture come un’antipatica ed evitabile spesa in più invece che come una maggiorazione di sicurezza e valore degli immobili, e gli Enti preposti ai controlli (di solito Comuni e Province) spesso non li effettuano nemmeno, demandando ai privati tutto l’onere di verifiche che, a conti fatti, non vengono eseguite.
Eppure, mantenere in buono stato gli impianti e le strutture, adeguarli alle norme più recenti, migliorarne efficienza e impatto ambientale ed energetico significherebbe non solo vivere in case migliori e più sicure, ma anche evitare spese impreviste e cospicue, garantendosi la proprietà di immobili di più alto valore e migliore commerciabilità.
Fascicolo del Fabbricato: la cartella clinica di ogni immobile
La soluzione ideale, stando anche all’esempio di altri Paesi a noi vicini come la Francia, la Germania e la Spagna, è il Fascicolo del Fabbricato. Una sorta di “biografia” dell’edificio, che ne riporti sia le caratteristiche strutturali e urbanistiche sia la storia manutentiva, un documento sempre aggiornato da consultare per conoscere le reali condizioni di un immobile, per programmare interventi e manutenzioni, per valutare lo stato di effettiva sicurezza di strutture e impianti.
Consegnato nelle mani di ogni singolo proprietario e dell’Amministratore di Condominio, il Fascicolo, se fosse redatto con cura e competenza (ovviamente, come previsto, da parte di un tecnico specializzato) e tenuto costantemente aggiornato, garantirebbe, nel tempo, una buona conoscenza dei livelli di rischio e della calendarizzazione degli interventi da programmare. Oneroso? Ha i suoi costi, e probabilmente sono proprio questi a costituire l’ostacolo maggiore all’accettazione del Fascicolo come dotazione obbligatoria, anche se poi, nel medio termine, avere un prospetto chiaro degli interventi necessari garantirebbe un effettivo risparmio sulle spese straordinarie e sulle grandi e piccole emergenze. Per questo molte associazioni di settore, come Anammi (l’Associazione nazionale degli Amministratori di Condominio) e CNPI (Consiglio Nazionale Periti Industriali) sperano che si arrivi finalmente alla sua obbligatorietà, magari collegata alla defiscalizzazione delle spese connesse o all’uso di incentivi come i bonus fiscali.
Una necessità non procrastinabile
Se pensiamo che, stando ai dati del Centro Studi Opificium presentati nel settembre scorso, in Italia il 74,1% degli edifici residenziali è antecedente agli anni Ottanta e il 25,9% risale a prima della Seconda Guerra Mondiale, che il 15,2% degli immobili residenziali è in stato di conservazione mediocre e l’1,9% si trova addirittura in condizioni pessime, appare evidente che bisogna fare qualcosa. Come ripetiamo spesso su queste pagine, la casa non è soltanto una scatola di muri, tubi e fili: è il rifugio di una famiglia, il suo nido, un bene prezioso nel quale non semplicemente si può ma si deve sentirsi ed essere al sicuro.